La mia SagrantinoLa mia Sagrantino inizia dagli ultimi chilometri dove un insistente pensiero:" Ma domenica prossima mi devo stancare di nuovo così?!?" faceva capolino.
Poi un abbraccio del Prof che mi ringraziava di tutti gli sfottò con i quali avevamo accompagnato gli ultimi suoi sforzi mi ha fatto scoprire il vero motivo che mi portava ad essere lì, insieme ad un gruppo splendido di persone.
Gruppo di caratteri veramente vario ed eterogeneo ma dove il filo rosso dell'umanità e della sensibilità è facile da seguire ed apprezzare anche per il più disincantato tra noi.
Il gruppo parte da Alex e Cipollina che la sera del venerdi ci svelano la tavolata in sala da pranzo: "per una riunione più affettuosa" sono le testuali parole dell'impareggiabile "leggiadra" caciarona e costringono me e Giusy ad assaggiare in quel di Spello una superba vera pizza napoletana con scalata serale delle erte vie del paesello (Cipollina sempre in fuga!).
Il giorno dopo è invece monsieur Bannella detto temporaneamente "er ciambella" per gli addominai pronunciati, circonvoluti da poignee d'amour apprezzabilissimi, a fare la sua parte ciceronando a destra e a manca per calli e campielli mancando, colpevolmente, una norcineria con annessa panineria apprezzata più del biliardo del corso dove risiede "lu centru de lu munnu".
A mezzogiorno è tutto un magna magna Generale (con la G maiuscola, visto che se spazzolava di tutto di più e non gli resistevano manco i bordi sporchi del vassoio dei profiterol) e dove secondo il Prof è nata la Leggenda del Santo Bevitore solo per avermi visto finire una onesta bottiglia di vino (da che pulpito...).
Pomeriggio in quel di Montefalco a spaccarci i timpani nell'aula consiliare del comune per la premiazione della nostra Treccia Volante e la sera a farci spaccare i maroni da un improvvisato ristoratore ( che l'avaro di Moliere arrossisce) viste le fredde e striminzite porzioni che recava a me ma soprattutto al Generale in preda alla disperazione per la futura mancanza di carboidrati e proteine.
La tristezza si acuiva vieppiù in gelateria dove per la troppa fretta di recuperare il nostro conducator addentava un cono indegno di essere mangiato.
Va bè, tutto svanisce all'ora, già tarda per me, del mitico briefing dove carbonari e non si riuniscono per le strategie del giorno dopo: il piano è tratto, un modulo 4-4-4, di cui già altri hanno parlato,da fare invidia ad un allenatore di calcio fraudolento.
Il tutto seguito non senza invidia dal nostro colonnello elicotterista che neanche nella sua famosa squadra se lo sognano.
Arriva la mattina della gara, e qui lasciatemelo dire, il nostro verde riempie gli occhi a tutti e a noi il cuore: e un continuo aiutarsi a vicenda, tranne la bici e le gambe tutto il resto è a disposizione del gruppo. Nik mi offre la sua fascia per le orecchie che invece Paolo, non usandola, tira fuori lestamente:quanto l'ho apprezzata per tutto il percorso (anche perchè così le sgridate del Prof giungevano ovattate!).
Si parte ed è subito discesa, un occhio alla strada e uno a Cri, che immagino a frequenza altissima ma attenta e fin troppo guardinga lasciando qualche metro al suo dux e beccandosi una buona dose di vento. In certi punti era uno spettacolo, Cristina con quattro ruote Max e Nik sull'anteriore, Io e Aramis, ehm, sull'altro asse.
Dopo meno di 40 km lascio il gruppetto (che di me non ha proprio bisogno) per onorare la promessa di giornata: accompagnare Alex nella buona e nella cattiva sorte.
Più la seconda che la prima visto che a Gualdo Cattaneo poco dopo spuntano Paolo e il Prof e d'er ciambella manco lo zucchero a velo: Una riunione straordinaria sul posto lo stava dando già per spacciato e prossimo all'abbandono quando dopo un paio di minuti eccolo salire sorridente e folignate (?), si era attardato a salutare i suoi fans con fare benedicente "Tampax,Tampax".
Il modulo riprendeva vita con soddisfazione di tutti e qualche foto agli striscioni disseminati qua e la da Cipollina ci faceva benevolmente attardare talchè tra una salita e l'altra rimanevamo soli sperduti nell'immenso paesaggio collinare di ulivi e vigneti.
Al gruppetto si univano Roberta, Fabio e un loro amico e tra una salita pedalata (il Prof che faceva lo sborrone) e una discesa camminata (Roberta, che dopo una curva spariva dalla ruota) si arrivava all'unico ristoro quasi degno di questo nome.
Il modulo rinforzato da Fabio ( tranne Paolo che s'era dato al nemico, complice, credo, una ciclista dai capelli tinti e crespi), dava da che fare alle tre sparute signore e all'unico maschio che litigava con i tappi delle bottigliette d'acqua e andava via satollo e poco propenso alla battaglia delle ultime salite di Trevi e Montefalco.
Finalmente la pianura e qui il nostro bel passistone (Paolo? macchè il fetentissimo gigante tanto anelato in quel tratto stava dietro qualche altro gruppetto inseguito dai nostri cattivi pensieri) Fabio che sui quaranta all'ora inizia lo stradone verso Trevi inseguito dalle continue preghiere di Alex per dargli il cambio ("neanche se mi paghi la cena te do lu cambio").
Vabbè ci provo io: un film già visto, appena il Prof mi vede davanti per partito preso si stacca (a 36 all'ora!) poi Max gli telefona e lui si ferma proprio!.
A questo punto Fabio se ne va a raggiungere Roberta che senza fare onore al ristoro è gia quasi al traguardo.
Dal km 90 il Prof si estingue come un'ape controvento: il grigio pungiglione sfoderato nei chilometri iniziali ammosciato, lo sguardo sempre più cupo e la socievolezza estinta: "andate via, che mi date fastidio"
"Ma ndo vai, mo te seguiamo e te martoriamo per tutto il resto del percorso". Sulla salita di Trevi io e Alex poco ci manca che gli cantiamo le canzoni liriche come randoM a Vallecupola ma lui non apprezza...
Al bivio della Flaminia per Montefalco riappare Paolo serafico e riposato che riforma il modulo iniziale: che spettacolo vi siete persi, il nuovo Teamax che sostiene e incita uno stanco vecchio Teamax (e qua ci vuole la risata
), se ci fosse stato il Generale Max ne avrebbe fatto didascalie per i posteri.
Infine gli ultimi km con la cavalleria. Nik e Max che scendono appena in tempo per ascoltare gli ultimi sentiti commenti del Prof che deliziano una incolpevole ciclista che inavvertitamente gli sta a ruota.
L'arrivo merita un paragrafo a parte: il tifo, che immagino neanche i primi, e le ali di folla impegnano il carattere del Prof all'ultima volata e i nostri occhi alla ricerca dei cari e degli amici già arrivati.
Vorrei ringraziare tutti allo stesso modo perchè ripensandoci da ognuno ho avuto qualcosa specialmente quelle cose che non si possono comprare.
Per ultimo ringrazio un mio amico ciclista che oggi vedendo la classifica mi ha mandato un messaggio "Ma ci sei andato a piedi alla Sagrantino".
Ho tolto Cipollina come capolista del mio libro nero!
per me 134 km, 1960 mt il dislivello, 26,3 la media, 93 le rpm e 145 il cuoricino