Come anticipato nel thread sulla corsa di Miguel vi racconto un pò della mia avventura che non si è svolta sui pedali in qualche bel posto, bensì al pc, al telefono e in auto....e mi ha permesso di realizzare un mio piccolo sogno: un telaio in acciaio su misura fatto da un artigiano che tutto il mondo ci invidia.
Una doverosa premessa: tutto quello che scriverò vi prego di non considerarlo come un qualcosa di autocelebrativo; il mio intento è solamente quello di raccontarVi una bella storia di una persona che da "fornitore" è diventato mio amico.
Chi è Dario Pegoretti? Ai più questo nome suona nuovo...ebbene basta digitare su google il suo nome e se ne vedono di ogni....per me è uno dei più grandi telaisti al mondo che, con pochi altri (ve li cito per completezza...Tiziano Zullo, Doriano De Rosa, Richard Sachs, Sacha White....etc...) riesce a coniugare la funzionalità con la bellezza estetica.
Dario ha iniziato a lavorare nei primi anni 70 nel laboratorio del suocero, Luigino Milani, uno dei più grandi esponenti della scuola telaistica italiana (una bici del suo catalogo attuale si chiama proprio Luigino) e poi, con la dipartita del Sig Milani, inizia una sua carriera, in provincia di Verona come "terzista" cioè realizzava telai per marchi molto più blasonati....tra i tanti che usarono i suoi telai un certo Miguel Indurain (se vedete i Pinarello in uso al team Banesto noterete uno dei "marchi di fabbrica" di Dario e cioè il tubo sterzo che esce parecchio dalla linea virtuale dell'orizzontale....lo si scorge anche nel mio telaio...).
Agli inizi degli anni 90' Dario inizia a produrre per conto suo prima a Levico Terme e poi nella attuale sede (si dice ancora per poco) a Caldonazzo (Trento) dove io ho avuto la fortuna di andare, il 24 dicembre scorso, a prendere il mio telaio (che Dario ama chiamare amorevolmente "8 tubi xontai" cioè otto tubi saldati). Negli anni '90 Dario è tra i primi a "pastrocchiare" con il TIG, tecnica di saldatura ancora oggi utilizzata per i telai in metallo.
Attualmente dal suo laboratorio escono non più di 400 telai l'anno, tutti saldati a mano e verniciati interamente da lui, dal fido Pietro (originario di Terracina) e da Zoran; di questa produzione gran parte finisce all'estero (specialmente Usa e Giappone)...tra i "clienti" di Dario figurano anche molti "vip" tra i quali, tanto per citarne qualcuno, l'attore Robin Williams, il cantante-chitarrista Ben Harper, l'allenatore Malesani, il fotografo Nadav Kander.....a fine febbraio Dario sarà ad Austin, in Texas, a presentare le sue novità al Nahbs (cioè alla fiera delle bici fatte a mano)...inutile dirvi che lui è una celebrità che tutto il mondo ci invidia. L'anno scorso è uscito anche un cortometraggio, intitolato "of steel-d'acciaio" che in 14 minuti e spicci racconta un pò il pego-pensiero....condito anche da qualche parolaccia di troppo, utile tuttavia a capire il personaggio.
A testimonianza del fatto che le sue bici non sono solo esercizi di stile, ma bici con le quali si può pedalare seriamente, vi è il fatto che nel 2008 un certo Tom Boonen, il cui team era passato dal fornitore Time a Specialized, non trovandosi bene con il nuovo telaio, chiese a Dario di realizzargli un telaio....sono note in rete le foto di Tom Boonen in maglia verde al Tour de France con un telaio di dario (Un "Marcelo" in acciaio columbus spirit) ovviamente marchiato "specialized"
Ora una piccola descrizione del mio telaio, così da ingolosire (?) i più attenti....il mio telaio si chiama "responsorium" (Dario è appassionato di Rock anni ' 70 e jazz, molti dei suoi telai e delle sue grafiche fanno riferimento a titoli di cd o gruppi musicali...responsorium è il titolo di un album jazz) ed è fatto con tubazioni in acciaio inox (si quello delle pentole) della Columbus (nome commerciale xcr) con una particolarità ....Dario, anziché utilizzare le tubazioni "a stock" che Columbus mette a disposizione dei telaisti, disegna (al computer) i propri tubi a proprio gusto ed in base alle sue convinzioni tecniche e ottiene da Columbus delle proprie trafilature (questo spiega i costi e i tempi di attesa maggiori di un telaio Pegoretti da uno di altre marche), ogni singolo tubo ha spessori, diametri e sezioni che nessun'altro ha. Dario usa al momento solo tubazioni Columbus, a suo dire le uniche che garantiscono un adeguato livello qualitativo, in passato usava anche Dedacciai e Excell (tubi francesi eccezionali di una fabbrica ormai chiusa dal 1990).
E poi ci sono le verniciature...la mia si chiama "cià vete" che in dialetto veronese significa "fo...ti"....perchè la grafica è demandata all'estro del momento di Dario e lo si deve lasciar libero di esprimersi. Esistono poi molte altre grafiche, meno particolari ma altrettanto curate.
Sul "campo" il telaio si è dimostrato di una rigidità mai provata prima, in salita e sul piano mi sembra veramente di riuscire a trasmettere tutta la (poca
) forza che ho sui pedali, in discesa la bici (con forcella in carbonio), trasmette una grande sicurezza. Il peso? Siamo un pò sopra i 7,5 kg per una 55 con componenti però studiati....
Vi ho stancato abbastanza credo! Ora lascio parlare qualche fotina. Grazie dell'attenzione e dell'ospitalità , però è una bella storia e mi è piaciuto raccontarla.