Il mio primo "giro del mare" coincide con la terza tappa sociale Teamax.
Meteo a rischio pioggia che in condizioni normali mi avrebbe trattenuto tra le lenzuola fino alle dieci e mezza.
Potenza del gruppo e della coerenza, munito di mantellina e copricasco impermeabile (ero pronto a tutto!), pronto alle sette per l'appuntamento col prezioso Paolo e la sua Cristina per il passaggio sino a Viterbo.
Io e Paolo davanti , la bici nuova di Paolo che riempiva tutto il cofano della focus (ma proprio bella larga l'aveva messa) col la sacca portabici marca Permaflex che faceva da cellula salvabici in caso di incidente.
Cristina, n'altro pò finiva alloggiata nel cofano motore da dove l'abbiamo tolta appena s'è messa a ruota della cinghia di distribuzione: ci sfasava il motore.
Paolo ancora insonnolito lesinava sulle marce e di quarta si faceva Veiano-Vetralla prima di accorgersi della presenza della quinta.
In orario, comunque, si arrivava presso gli uffici megagalattici del Vicepresidentissimo Teamax e tutti insieme ci recavamo nella mitica piazzetta.
Che brividi ritrovarsi in mezzo ai puri ingarellatori viterbesi: c'era un gruppo old style, un gruppo stile scheleton trasparente sul didietro e poi c'erano i figli della fata confetto, tutti da leccare. Tra loro il mitico Sasso (quello del cocomero!).
Impaurito cerco la mia assicurazione sulla vita non senza sottecchi controllare uno a uno i marrani sconquassatori di cuoricini.
Meno male che il gruppo si sfoltisce e si resta una quarantina: giu per la superstrada fino a Vetralla ai 50 all'ora.
Che pacchia, così è una meraviglia.
Tranne il fatto che, a quanto pare, i ciclisti viterbesi il fine settimana pensano di essere padroni della strada e a malapena lasciano una corsia scarsa al traffico motorizzato, questo a prescindere del tipo di strada e di traffico.
Roba che se lo fai a Ladispoli troveresti i ciclisti stampati sull'asfalto come le stelle sul marciapiede del teatro cinese a Los Angeles-
Il bello è che lì gli automobilisti, ormai educati, non protestano neppure...
Si arriva a Vetralla e alla prima salitina miss treccia volante scatta in faccia agli ingarellatori scheleton lanciando uno dei suoi personalissini grido di guerra ( che poi non si capisce se lo fa a lei stessa per gasarsi o per rallentare la bici che gli sfugge da sotto).
Sgomento a boccaperta, e già si vocifera che quella passata è un androgino con le trecce da femmina.
Comunque ci si organizza e la gringhella viene agguantata e allora il ritmo cresce, il gruppo si fraziona, la mia assicurazione sulla vita scade e mi trovo costretto ad inseguire.
Ma poi perchè?
Dopo qualche chilometro convinco l'invasata a rallentare ricordandole che l'altra metĂ del cielo forse sta penando accanto a una fata confetto che precedentemente gli pedalava accanto.
Il mitico Teamax si ricomponeva, il generalissimo dispensava rimbrotti a destra e a manca perche all'incontro a Vetralla aveva visto subito rosso e disquisendo di questioni legali e riunioni di direttivi pedalati si andava d'un amore al quadrato.
Che bello 'sto giro del mare, secondo me Aramis ci cogliona tutti co' ' sti battiti a 160 e 'ste medie a 35, mah!
MonteRomano passa veloce, qualche fatichella sugli strappi successivi e si gira per Tarquinia: un tratto di strada tutta per noi, ma la giornata uggiosa, umida, nuvolosa favorisce le unioni di fatto: pure il Sasso ci prova col Grillo e vicini vicini vanno.
Da lì si ritorna in su per una srtada in leggera salita e vista la bassa velocità e l'assenza di ingarellamento si decide di riservare una corsia al transito delle auto nei due sensi di marcia.
Solo Cristina soffre: sempre fuori scia che se guarda in giro come un furetto sul chi va la, pronta a tuffarsi sulla prima ruota veloce che le passa accanto.
Tutti gli altri tranquilli, tranquilli, un pò avanti e un pò indietro se la discutono, forse del perchè in 63 giri del mare, di acqua abbiano visto solo quella del canale che scorre vicino la strada.
Si arriva al bar, letteralmente preso d'assalto a tal punto che non si capisce se e chi abbia pagato: io ho visto Francesco nostro con un gruzzoletto dentro una busta di plastica vicino alla cassa e lui ringrazio.
Fuori al bar, intanto, si rinnovella l'eterna sfida tra Il Grillo e il Sasso: il primo ritrova la bici dentro un portacolli alimentari del vicino supermercato, mentre il secondo appesa alla lanterna del bar ad una altezza, per lui, inarrivabile.
La sfida finisce pari: entrambi recuperano il mezzo e insieme agli altri si ritorna sempre con tranquilla andatura all'ultima salitella, monte razzano, mi pare, dove il Generale col coltello tra i denti come Tremalnaik di Sandokan aspetta che qualche confetto lo sorpassi per scatenare i cavalli:
Mannaggia nessuno si permette, addirittura un verdastro, palesemente allo stremo, si buca la ruota anteriore a metĂ salita per riprendere fiato.
Tutti fermi, il tempo di un veloce cambio ad opera del Generale e via a Viterbo, appena in tempo.
Una leggera pioggerellina fa da cornice e accompagna gli ultimi sforzi dello sfortunato Grillo che ha da arrivĂ fino a San Martino.
Se i ringraziamenti agli intervenuti sono d'obbligo, sicuramente il ricordo dei sorrisi, delle battute e della splendida giornata passata assieme sarĂ un mio personalissimo sentimento.
La splendida famiglia di Francesco, la pazienza santa e bonaria di Manuela, i Fulignati cazzaroni, il mitico randoM che si fa 150 km per venire a pranzo, la mia Giusy in giro per strade sconosciute, il grande Max sempre a caccia di gelaterie e gli altri commensali sono stati parte eccellente di questa piccola porzione di vita che qui ho voluto raccontare.
Alla prossima.
per me 103 km, 28,5 la media, 890 mt il dislivello, 101 le rpm, 127 i battiti (che neanche quando dormo
)