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Uscire in bici in tempi di coronavirus? Meglio di no!

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MessaggioInviato: lunedì 9 marzo 2020, 22:41 
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La bici da corsa ai tempi del Coronavirus: sono permesse le uscite?
9 Marzo, 2020 9 Di DAVEPERIODISTA - Gazzetta del Ciclismo (http://gazzettadelciclismo.com/index.ph ... ydYphGnsv0)

inPremesso che chi vi scrive è profondamente dispiaciuto per la situazione odierna e per le gravi ripercussione che il coronavirus sta provocando al nostro paese e al mondo intero. Fin dal primo momento ho pensato che uno dei pochissimi vantaggi offerti da questa brutta situazione fosse il maggiore tempo a disposizione di ogni persona per uscire in bici. Questo perché il virus ha ridotto notevolmente i nostri impegni e la vita sociale. Ma le cose stanno realmente così?

Uscire in bici in tempi di coronavirus è possibile?
Abbiamo già parlato degli effetti che il nostro allenamento può avere sulle nostre difese immunitarie. Per ogni dubbio in merito vi invitiamo a rileggere quell’articolo. Tuttavia ipotizzando di praticare l’allenamento nel modo giusto, in modo da rafforzare le nostre difese immunitarie, restano dei grossi nodi da sciogliere.

Prima di tutto vediamo cosa dice la legge. All’interno della cosiddetta “zona rossa“, che poi è stata ribattezzata “zona arancione†o “zona di grande sorveglianza†a causa del fatto che le attività economiche restano aperte:

il decreto emanato dice che ci si può muovere solo per motivi di lavoro, per “comprovate situazioni di necessità“, o per motivi di salute. L’allenamento in bici può rientrare in questa casistica? purtroppo no e i trasgressori possono essere denunciati in sede penale. Va comunque segnalato che il decreto non vieta l’attività all’aria aperta a distanza di sicurezza ma resta da capire come può essere inteso un allenamento in bici, se non uno spostamento.
oltre a questo il decreto parla appositamente dello sport, stabilendo che “tutto lo sport deve fermarsi†ad eccezione dei professionisti.
Per questo motivo è evidente che non è possibile uscire in bici all’interno di una zona di grande sorveglianza. (…)

Possibili eccezioni
Stando a quanto si legge nel decreto è possibile proseguire con le uscite in bici soltanto per i professionisti. Questo però solo a livello singolo, in quanto in bici è difficile non respirare la stessa aria se una persona in gruppo si soffia il naso. C’è però poi un altro aspetto da valutare per tutti, professionisti, amatori e ciclisti (…). In caso di una caduta sarebbe molto difficile in questo momento avere accesso alle cure ed è considerato pericolosissimo andare in un pronto soccorso. Sono sicuro che nessuno di noi vorrebbe ritrovarsi con il rischio di prendere il coronavirus a seguito di una caduta. In alcuni casi potrebbe risultare difficile anche avere una radiografia e questo potrebbe anche portare ad un rallentamento delle diagnosi, fattore che in alcuni casi può essere pericoloso.

Senza pensare agli scenari peggiori, oggi è però importantissimo seguire le direttive ed evitare ulteriori rischi per la salute. Purtroppo il sistema è al collasso e non possiamo permetterci il rischio di cadere, in ospedale iniziano a scarseggiare i posti letto. Che dire però se temiamo di perdere completamente la condizione fisica?

Come mantenersi allenati
Purtroppo non esiste la bacchetta magica e sono costretto a dirvi esattamente quello che non vorreste sentirvi dire. L’unica soluzione al momento praticabile è quella dei rulli e della ciclette. Lo dice un ciclista che vorrebbe tanto, con il cuore, almeno poter uscire in bici. In questo caso però è davvero opportuno usare la testa e non le gambe.
(…)

Non resta dunque nient’altro da dire se non ribadire il fatto che è davvero importante usare la testa e rispettare la legge. Sperando che arrivino presto stagioni maggiormente “pedalabiliâ€.


Ultima modifica di roby il martedì 10 marzo 2020, 20:40, modificato 1 volta in totale.

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MessaggioInviato: martedì 10 marzo 2020, 20:30 
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Il decreto emanato dice che ci si può muovere solo per motivi di lavoro, per “comprovate situazioni di necessità“, o per motivi di salute. L’allenamento in bici, secondo me, non rientra in questa casistica. In realtà, non vieta l’attività all’aria aperta a distanza di sicurezza (!) ma resta da capire come può essere inteso un allenamento in bici, se non uno spostamento. Il problema potrebbe essere anche il fatto che l'allenamento in bici su strada può portare a cadute o traumi che, in questo momento di emergenza, in ospedale potrebbero causare qualche problema. Ecco perché sarebbe saggio astenersi, secondo me. Oggi è il primo giorno di applicazione del decreto ed è tipico che ci possa essere qualche confusione e io, per non sbagliare, non esco e me ne sto a casa, almeno per qualche giorno e comunque fino a quando non sarà tutto più chiaro. Consiglio a tutti voi di fare altrettanto, per buonsenso ;)


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MessaggioInviato: martedì 10 marzo 2020, 20:50 
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Usiamo la testa!!! :)


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MessaggioInviato: mercoledì 11 marzo 2020, 6:04 
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Coronavirus, dalla prostituta (con il cliente) ai ciclisti amatoriali: ecco chi ha già violato le disposizioni del governo


Nel Cuneese un gruppo di ciclisti amatoriali è stato fermato durante un allenamento che stavano svolgendo nelle strade della provincia,
Adesso nei loro confronti sarà aperto un procedimento penale presso la Procura della Repubblica
Tgcom24 Cronaca

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MessaggioInviato: mercoledì 11 marzo 2020, 8:01 
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CORRIERE DELLA SERA - 11 marzo 2020 - pagina 19
Lo psichiatra

«Luce e pazienza per alzare le difese immunitarie»

Morelli sconsiglia di rinchiudersi: «Evitare la folla, non l’aria aperta. Il panico è un rischio»
Non uscire di casa. E poi? «Se la paura prende il sopravvento indebolisce il sistema immunitario. Dobbiamo invece distrarci. Evitare la folla, ma non rinunciare ad andare nei parchi, stare vicino agli alberi, ricordarsi che la luce naturale è una farmaco potentissimo». Raffaele Morelli, 71 anni, psichiatra e psicoterapeuta, teme le conseguenze per il nostro equilibrio emotivo di queste giornate di inattività forzata, ma crede anche che possano trasformarsi in un’inaspettata opportunità.

Cosa comporta stare chiusi per tutto il giorno?

«Chi sta da solo in un monolocale di 35 metri quadrati può davvero andare in panico. Oppure a una coppia costretta a stare insieme per tutto questo tempo. Come sarà il loro rapporto?».

Cosa fare allora?

«Se non sei abituato a queste situazioni, i conflitti possono aumentare. È invece importante ricavarsi un proprio spazio, anche fisico, e dedicarsi alle cose che piacciono: scrivere, disegnare, piantare un seme e coltivare la pazienza, fantasticare e sognare. L’immaginazione è un farmaco straordinario. E le donne devono continuare a occuparsi della loro femminilità, provare i vestiti, truccarsi. Anche la bellezza può curare».

Si è visto quanta fatica si fa a rinunciare alla socialità.

«Soprattutto per i giovani, a cui abbiamo insegnato che stare da soli è un disvalore. Ecco, questa è una grande occasione per riappropriarci di noi stessi, impegnarci in attività mentali che ignoravamo».

Fermarsi per un po’ può non essere un male.

«Però bisogna lavorare su noi stessi, accettandosi per come siamo. La solitudine deve diventare la nostra tana».

Lei ripete che dobbiamo imparare dai bambini.

«In tre minuti hanno capito che dovevano lavarsi bene le mani, rimproverano mamma e papà se si avvicinano troppo, e poi riprendono tranquillamente a giocare. Anche gli adulti devono imparare a non pensare sempre al virus. Perché questo stress profondo va ad agire sul sistema immunitario. La paura del contagio favorisce il contagio».

Insomma rispettare le elementari norme igieniche e di precauzione, ma non rinchiudersi?

«Gli spazi ristretti fanno malissimo. La paura genera la produzione di cortisolo, un ormone che a sua volta aumenta l’insulina che stimola il desiderio di cibo, soprattutto piatti salati e dolci. La paura del virus fa aumentare l’ansia e anche il peso».

Complicato però pensare ad altro in questo momento.

«Dobbiamo sforzaci. Perché entrare nel panico ci fa fare gesti inconsulti. E quando diventano di massa, come gli assalti alle stazioni o le rivolte nelle carceri, si rischia il peggio. Anche i politici dovrebbero mandare messaggi certi, fare annunci categorici. Perché pure la titubanza crea ansia».

La paura genera la produzione di cortisolo, un ormone che a sua volta aumenta l’insulina che stimola il desiderio di cibo

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Io penso che bisognerebbe usare il buonsenso... andare in bici comporta il rischio di cadere e andare ad intasare ulteriormente il sistema sanitario, oltre che creare scompiglio nelle forze dell'ordine che giá sono stressate di loro.
Se volete mantenere l'attivitá fisica (che certamente aiuta come dice Max) andate a fare una passeggiata a piedi rispettando le distanze e fate ginnastica in casa.
Una emergenza di questo genere é quanto di piú vicino ad una emergenza di guerra, abbia mai vissuto l'Italia dalla seconda guerra mondiale.
Quindi il fatto di non poter andare in bici non mi sembra una grande limitazione in fondo.
Il mio pensiero ovviamente.

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Stefano

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CSI
Facendo seguito al DPCM del 9 marzo 2020 si comunica che il blocco di
tutte le attività associative (sportive, formative e convegnistiche)
del CSI Roma é prolungato sino al 3 aprile 2020.
In questi giorni cruciali nella lotta all’epidemia del Virus Covid-19 siamo
chiamati tutti a giocare insieme la partita più importante, seguendo con
responsabilità e senso civico le indicazioni di restare il più possibile nelle
proprie abitazioni, evitando contatti sociali se non strettamente necessari.
Può sembrare un paradosso che proprio il mondo associativo del CSI e di
tutto lo sport rinunci a stare insieme, ad incontrarsi, ad associarsi; tuttavia è
proprio per tornare quanto prima ad abbracciarsi sui campi di gioco che
acquisisce senso il sacrificio che siamo chiamati a fare in questi giorni di
isolamento.


ATTENZIONE il CSI non risponde di eventuali incidenti

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Penso che sia chiaro a tutti
Ragazzi tutti a casa
E' l'unico modo x combattere questo virus

ps
ho rispolverato i rulli, chi lo avesse mai detto...

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Nella giornata di ieri, giovedì 12 marzo, 5 ciclisti in Abruzzo sono stati denunciati dalle autorità per aver violato il decreto del Governo #iorestoacasa, il quale, secondo le interpretazioni, impedirebbe ai ciclisti non agonisti di allenarsi in bicicletta e più in generale di prendere la bici per degli spostamenti.

Il decreto del Governo, infatti, non vieta esplicitamente lo sport all’aria aperta, ma è nato per evitare che possano essere creati dei gruppi di persone. Resta comunque un problema di fondo: vale davvero la pena uscire in bicicletta, sottoponendosi al rischio di fare incidenti e di ritrovarsi ad occupare un posto in ospedale che spetterebbe a chi magari è stato infettato dal Coronavirus?

https://www.inbici.net/rivista-ciclismo ... -xa45TSYmY

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no di certo io resto a casa
ho diverse lezioni di ginnastica da fare in casa quando ne verremo fuori faro' un bellissimo lungo anche se ho perso un po' , ma vivere liberi e spensierati e' il mio obiettivo speriamo che passi presto un abbraccio in attesa di rivederci quanto prima

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L'ho sempre pensato e lo condivido in pieno
Quanto è come pedalare sui rulli
:arrow: Leggi

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MessaggioInviato: giovedì 15 ottobre 2020, 4:57 
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CHE ARIA TIRA DA quelle parti ?
si va avanti con la paura cmq continuo a fare attivita' sportiva ma visto l'andamento sara' difficile rivederci giusto?
un abbraccio a tutti

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X quanto mi riguarda , tutto procede come sempre
Lavoro,family e sport
D'altronde quello che facevo prima
Con un pò d'attenzione in più, quelle poche volte che mi trovo con gli altri ;)

Ps
Se volete fare un we da me, ci possiamo rivedere , x il momento e x il prossimo mese si può fare, a 7 non ci arriviamo :mrgreen: :mrgreen:

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MessaggioInviato: sabato 17 ottobre 2020, 5:08 
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grazie se si fara' ci vediamo alla prox tappa sociale a novembre
ho diverse novita' da raccontarvi

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