La bici da corsa ai tempi del Coronavirus: sono permesse le uscite?9 Marzo, 2020 9 Di DAVEPERIODISTA - Gazzetta del Ciclismo (
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inPremesso che chi vi scrive è profondamente dispiaciuto per la situazione odierna e per le gravi ripercussione che il coronavirus sta provocando al nostro paese e al mondo intero. Fin dal primo momento ho pensato che uno dei pochissimi vantaggi offerti da questa brutta situazione fosse il maggiore tempo a disposizione di ogni persona per uscire in bici. Questo perché il virus ha ridotto notevolmente i nostri impegni e la vita sociale. Ma le cose stanno realmente così?
Uscire in bici in tempi di coronavirus è possibile?
Abbiamo già parlato degli effetti che il nostro allenamento può avere sulle nostre difese immunitarie. Per ogni dubbio in merito vi invitiamo a rileggere quell’articolo. Tuttavia ipotizzando di praticare l’allenamento nel modo giusto, in modo da rafforzare le nostre difese immunitarie, restano dei grossi nodi da sciogliere.
Prima di tutto vediamo cosa dice la legge. All’interno della cosiddetta “zona rossa“, che poi è stata ribattezzata “zona arancione†o “zona di grande sorveglianza†a causa del fatto che le attività economiche restano aperte:
il decreto emanato dice che ci si può muovere solo per motivi di lavoro, per “comprovate situazioni di necessità “, o per motivi di salute. L’allenamento in bici può rientrare in questa casistica? purtroppo no e i trasgressori possono essere denunciati in sede penale. Va comunque segnalato che il decreto non vieta l’attività all’aria aperta a distanza di sicurezza ma resta da capire come può essere inteso un allenamento in bici, se non uno spostamento.
oltre a questo il decreto parla appositamente dello sport, stabilendo che “tutto lo sport deve fermarsi†ad eccezione dei professionisti.
Per questo motivo è evidente che non è possibile uscire in bici all’interno di una zona di grande sorveglianza. (…)
Possibili eccezioni
Stando a quanto si legge nel decreto è possibile proseguire con le uscite in bici soltanto per i professionisti. Questo però solo a livello singolo, in quanto in bici è difficile non respirare la stessa aria se una persona in gruppo si soffia il naso. C’è però poi un altro aspetto da valutare per tutti, professionisti, amatori e ciclisti (…). In caso di una caduta sarebbe molto difficile in questo momento avere accesso alle cure ed è considerato pericolosissimo andare in un pronto soccorso. Sono sicuro che nessuno di noi vorrebbe ritrovarsi con il rischio di prendere il coronavirus a seguito di una caduta. In alcuni casi potrebbe risultare difficile anche avere una radiografia e questo potrebbe anche portare ad un rallentamento delle diagnosi, fattore che in alcuni casi può essere pericoloso.
Senza pensare agli scenari peggiori, oggi è però importantissimo seguire le direttive ed evitare ulteriori rischi per la salute. Purtroppo il sistema è al collasso e non possiamo permetterci il rischio di cadere, in ospedale iniziano a scarseggiare i posti letto. Che dire però se temiamo di perdere completamente la condizione fisica?
Come mantenersi allenati
Purtroppo non esiste la bacchetta magica e sono costretto a dirvi esattamente quello che non vorreste sentirvi dire. L’unica soluzione al momento praticabile è quella dei rulli e della ciclette. Lo dice un ciclista che vorrebbe tanto, con il cuore, almeno poter uscire in bici. In questo caso però è davvero opportuno usare la testa e non le gambe.
(…)
Non resta dunque nient’altro da dire se non ribadire il fatto che è davvero importante usare la testa e rispettare la legge. Sperando che arrivino presto stagioni maggiormente “pedalabiliâ€.