RESOCONTO POST-GARA, OVVERO LA GARA VISTA DALLE RETROVIE
Alle 7:15, in perfetto ritardo, arrivo al park liceo dove trovo un perplesso Dunkan che mi dice di essere in attesa gia da un po'. Mentre chiacchieriamo del + e del - arriva il messaggio di Nik da cui capiamo che il gruppo si e' già involato...e' un attimo: partenza e via con le ns. auto verso Viterbo, sono le 7:30. Appena arrivati la gentilissima Cipollina rassicura Dunkan sulla sua iscrizione mentre il sottoscritto non riesce ad avere il pettorale (e non sarà un male). Sulla linea di partenza il gruppo finalmente si riunisce e parte. Per non intralciare gli agonisti, mi lascio sfilare posizionandomi prudenzialmente in fondo, in mezzo ad un gruppo di baldanzosi,attempati ciclisti. La velocità media e' subito sopra i 30 km/h al che mi ritrovo subito nel gruppo dei 75enni, cerco di non scoraggiarmi troppo e mi tengo alla ruota di un 70enne, ma non e' impresa facile. All'improvviso noto, con un certo piacere, un calo di ritmo del mio apripista, al che l'affianco e gli dico: "ma quando partono?" non faccio in tempo a sentire la risposta, che il gruppone si allontana all'orizzonte...il grosso del plotone degli attempati si arrende subito mentre io mi lancio all'inseguimento. Mentre arranco ansima n
te, aggancio un paio di ciclisti anche loro fuori gara, con cui scambio due chiacchiere. Uno dei due mi conferma di avere 75 anni ed infatti ad un certo punto ci stacca. Col mio collega superstite decidiamo di fermarci ad attendere il resto del gruppo degli attempati che non tardano a riprenderci. Insieme ci dirigiamo verso Serpetti(?) dove inaspettatamente il mio orgoglio ha un sussulto e decido di mettermi in testa a tirare (
) arrivato al bivio per Vt mi accorgo di essere seguito da un solo ciclista, per cui, anche per riportare il cuoricino a livello, decido di aspettare il gruppo. Dopo una rapida consultazione il grosso decide di raggiungere Vt mentre io ed un altro intrepido allunghiamo per Tuscania. Ovviamente cotanto sforzo meritava un premio, pertanto ci siamo fermati per una sosta caffè. Sulla strada del
ritorno, mentre il mio collega mi rende edotto sui vantaggi dello slow riding, incontro il povero Max alle prese con una foratura, ho provato ad offrirgli la mia bici o almeno la mia ruota, ma non ne ha voluto sapere, così sono stato costretto a ripartire. Lungo la strada ho recuperato il mio amico dello slow riding, nonostante avesse cercato di accodarsi ad un gruppetto di agonisti di passaggio, ed insieme abbiamo proseguito fino a quando si e' fatto sentire irresistibile il
richiamo delle fettuccine al cui pensiero le mie gambe hanno cominciato a frullare sino all'arrivo in solitaria! Alle 13 in punto, docciato e lucidato, incurante dei trofei, che pure dovrebbero essere riservati a noi peones, mi gustavo il meritato pasto, fiducioso che Massimo, da lassù, abbia apprezzato il mio sforzo!
Ne sono certo Fabrizio! Il "compagno" di caffè si chiama peppino (oltre 100 kg) ed era un vero amico di massimo uscivano spessissimo insieme.