GRANDI CRI E PAOLO,UNA SALITA BELLISSIMA,CHE QUANDO MILITAVO NEL 39X26 ERA UN MUST ANNUALE.NEL 2004 CI ANDAMMO PARTENDO DA ROMA:HO RITROVATO IL RESOCONTO DI CARLOLa prima edizione della "10 ore di sella" GF FC (Fatta in Casa) in realtà è durata qualcosa di più: 10.31.10 di pedalata vera e propria, e 12 ore e mezza di viaggio totale, scarto di due ore determinato dalle necessarie e numerose soste (rifornimenti, ristori, caffè, etc.). Questo il percorso: Spinaceto - Frattocchie - Papalina - Via dei Laghi - Velletri - Giulianello - Roccamassima - Segni - Montelanico - Villamagna - Supino - Santa Serena, e ritorno per l'identico tracciato, con le discese di prima divenute ora, e inevitabilmente, salite e viceversa. 238 i km in totale (guarda la coincidenza, esattamente quanti quelli della Otzy!), percorsi a 22,7 di media (senza le soste), e un dislivello di tutto riguardo di 3885 metri. 3 i caffè a testa (Illy quello di Segni), innumerevoli le fontane (quella di Montelanico la migliore), svariate le borracce bevute, 2 i panini con bresaola, 3 i gelati, 1 il tramezzino, e poi ancora 1 crostatina, 2 cannoncini al cioccolato (Claudio non ha resistito...), ancora 2 gli Energade per Claudio e ben 4 le Lemonsoda aspirate da Stefano. Oltre, ovviamente, ai numerosi panini, barrette, banane e tozzetti che ci riempivano le tasche in partenza, ma che evidentemente non sono bastati. Da Frattocchie a Segni ci ha accompagnati anche Giulio, che però, reduce da un periodo critico, non se l'è sentita di proseguire per troppi chilometri. In compenso s'è goduto il tratto forse più bello di tutto il percorso, e cioè la strada che corre in quota tra Roccamassima e Segni. Sono circa 12 km di sogno, fuori dal mondo, sotto gli alberi in mezzo alla montagna, niente macchine, cristiani pochi, qualche animale, un fresco meraviglioso da inebetire, fate quello che cavolo vi pare, io rimango qui. Sia per Claudio che per Stefano (che c'era stato solo in macchina) la salita di Santa Serena è stata una nuova conoscenza, e il Grande Cocomero (questo sembra a causa di quel feroce rettilineo che spacca la montagna in due come fosse un'anguria) non ha tradito le aspettative: pendenze severe, un caldo bestiale, ambiente selvaggio, fatica beduina e spettacolo strepitoso per 14,5 km di montagna vera, sino ai quasi 1100 metri della vetta, sopra un altopiano che si perde in mezzo ai monti. Cosa si può volere di più in bicicletta? Per capire che il peggio doveva ancora arrivare, tuttavia, c'è bastato il tempo di tornare a valle e ritrovarci con il vento in faccia sulla Morolense. Bella roba. Consumati quanto basta, a Villamagna abbiamo assaltato il baretto sulla strada. Lunga sosta rigeneratrice e di nuovo in sella. La salita di Segni (il Monnezzaro) è scivolata rapida sotto le ruote, e a metà pomeriggio eccoci di ritorno a Roccamassima. L'ultimo GPM era posto alla Cima Sacco sul Pratone, e ci siamo arrivati di passo, tranquilli e contenti. Ancora una sosta ad Albano, e alle Frattocchie sembrava ormai di essere già a casa benché di km ne mancassero altri venti. Dei miei compagni di viaggio devo tessere le lodi più sincere. Stefano non ha perso una pedalata, una specie di metronomo, ma del resto lo sapevo perché ci ha abituati ad imprese ben più serie (Campagnolo 2004 l'ultima). Claudio invece ha sfoderato doti di fondo eccellenti: ha patito qualcosa per i primi 150 km, ma poi è uscito alla grande, sempre in testa a tirare fresco come una rosa. Entrambi mi hanno assecondato in questa iniziativa con entusiasmo, e l'impresa ce la siamo goduta. Quanto al mio allenamento in vista della Oetztaler, non potevo chiedere di meglio: simulazione attendibile (ma lì ci saranno 1600 metri di dislivello in più!), e buona la tenuta sulla distanza. Mi spiace solo che nessuno dei due compagni di viaggio la correrà con me. Almeno per quest'anno.
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