La nostra Selle ItaliaNostra in tutti i sensi, è stata questa gara.
L'abbiamo plasmata a nostro piacimento.
Nonostante la bagarre di partecipanti abbiamo trovato un ottimo albergo e un ottimo ristorante.
Nonostante il caos griglie per i prestigiosi la mattina ci siamo attrezzati al meglio per la partenza.
C'erano gli ingarellatori e noi avevamo la nostra treccia volante.
Sia nel percorso corto sia in quello medio c'erano i nostri colori.
Nel lungo abbiamo imposto la nostra filosofia con quello splendido arrivo di gruppo (chissa quanto ci costerà l'analista per Nik
).
La voglia di rivedersi, pur ognuno nel proprio modo di interpretare la vacanza, traspariva dietro ogni sorriso e ogni sfottò, così come il rincorrersi sulla strada del ritorno con il telefonino.
Il ristorante a famiglie riunite con Nik ed Aramis da ripetere necessariamente.
La tavolata al CÃ Nori con briefing finale stravolto, ahime, da qualche aggiustatina alle griglie. un must per gli anni a venire.
Infine la "gara" dove apprezzavo, oltre alle già conosciute doti umane, le capacità ciclistiche del Sasso che non si risparmiava nel chiudere buchi e rincorrere fuggitivi fino al Bertinoro, dove una treccia io e una lui facevamo ricongiungere la coppia Paolo-Cristina.
Un incontro fugace stile "Ladyhawke" al confine tra fine pianura e inizio salita che mi ha fatto rabbrividire sentendo la gringhella gridare: "amore mio" al suo Paolo.
Salvo poi abbandonarlo senza pietà dopo qualche centinaio di metri
).
I nostri arrivavano sulla salita di MonteCavallo in tempo per sincerarsi delle condizioni psico-fisiche della nostra punta e lanciarla come l'arco di Khalil Gibran verso la metà .
Qui cullati dal fresco e da un fornitissimo ristoro si tornava tutti più buoni e s'aspettavano i ritardatari: la qualcosa mi ha molto sollevato, gà mi sentivo un vaso di coccio in mezzo a vere e proprie macchine da guerra...
Nik, Max,Sasso,Roby,Aramie e Grillo: che brutta compagnia per i prossimi 110 chilometri, non mi sarei salvato!
Santo Alex, santo subito e santo pure il tuo meccanico.
Che belli i ristori, sempre fornitissimi, avremmo preso qualche chiletto io e max...
Che belle le salite a 160 bt senza nessuno che ti costringe ad accelerare...
Che belli gli ultimi 40 km se non ti fanno tirare...
Che spettacolo il tutti dietro fino all'arrivo.
E le sbarre che si chiudono sull'affannarsi di tutte 'ste formichine a pedali sembra una metafora, purtroppo, o forse per fortuna, della nostra vita.
L'arrivo in gruppo gratifica tutti allo stesso modo e me in particolare che non ne ho mai fatti.
Lo speaker se ne accorge, la gente se ne accorge e rimane nei loro occhi e nella loro mente più di un arrivo solitario e sofferto foss'anche del primo classificato.
Dal canto mio ringrazio tutto il gruppo a cui, specialmente sotto l'aspetto sportivo, al di là delle tante parole, mi avvicino con cautela e rispetto, conscio di pedalare accanto a persone che sono cresciute a pane e biciclette, arrugginite sotto i litri di sudore versato.
Alla Laigueglia ero a ruota di Cipollina, alla Sagrantino a quella del Prof, qui a quella di Alex:
la mia voglia di pedalare e di divertirmi è legata in primo luogo all'affetto che potrò dare e ricevere e in secondo alla gradualità con cui affronterò queste, per me nuove, fatiche psico-fisiche.
per me 164 km, 2170 mt. di dislivello, 27,8 la media pedalata su 5 ore e 53 minuti, 89 gli rpm e 150 il cuoricino.