supersimo ha scritto:
Marco,
grazie....grazie per la tua sensibilità ..... espressa con grande delicatezza.....prima di aprire il topic già avevo capito dove "andavi a parare"
chi mi conosce (e un pò ormai più o meno mi conoscete tutti) sa quanto io abbia amato la bici....ci sono arrivata da grande, ormai più di dieci anni fà , da donna, sola, senza avere marito/compagno/fidanzato ciclista...sfidando convenzioni e regole.....come spesso è accaduto nella mia vita....entrando in un mondo solo al maschile dove spesso venivi guardata male perchè ti affacciavi in un ambiente che nn era il tuo....più di dieci anni fa almeno a Roma, non eravamo tante......io, Fiorella, Elisabetta Pomponi, le ragazze di Fatato....insomma poche veramente poche...
in questi giorni avendo molto tempo per pensare, ho ripensato alla mia vita che è stata scandita dai ritmi imposti dalla bicicletta.....per lei ho spesso anteposto tutto compresi gli affetti familiari.....mio figlio....organizzando la mia vita intorno a lei.....imponendomi ritmi di vita pazzeschi, sveglie all'alba e serate con stanchezza mortale....condizionando vita sociale, amicizie, uscite serali, altri interessi .....
un amore forse a senso unico (beh in questo sono veramente specializzata
) al quale ho dato tanto e ricevuto poco....forse è la parabola della mia vita....
sono caduta (in senso lato e metaforico) e mi sono rialzata tante volte, sempre con più grinta e voglia di continuare.... perchè come dice Cristina la vita è come la salita...
....ora però mi sento stanca (della bici e delle sue metafore) e non so se questa volta riuscirò a dare ancora un senso alla bici e alla mia vita che ruota intorno a lei e al suo significato...
boh forse mi passerà .....forse basterà riagganciare il pedale e partire per sentirmi di nuovo con e parte di lei.....non lo so....
...Dunque ... innanzitutto, complimenti a Marco, anche perchè già allora sembrava GESU' (che bel GESU')
complimenti davvero Marco...
Mi ha colpito molto quello che ha scritto SUPERSIMO, perchè lei è super, io quando l'ho vista la prima volta mi sono detta cavolo deve essere una tosta...
Vedi Simo (mi permetto di abbreviare il tuo nome perchè vuole essere una dimostrazione di affetto
). Io quando tre anni fa mi sono avvicinata alla bicicletta , feci il passo più lungo della gamba , ci eravamo messi in testa con Paolo, con soli 2000 km sulle gambe , di affrontare la nostra prima granfondo e cioè la Marco Pantani con tanto di Mortirolo in mezzo. Eravamo spinti dall'entusiasmo che ci aveva trasmesso lo stesso Marco nel 1998 , quando le sue gesta da campione ci avevano fatto sognare e lucidare gli occhi e poi dopo le difficoltà e le cadute tornava in bici perchè lui voleva dimostrare di essere sempre più forte delle difficoltà e di voler reagire alle difficoltà (questo è quello che mi trasmetteva). La Marco Pantani per me quel giorno fu una esperienza drammatica, mi ero anche terribilmente impaurita, mi ricordo di essermi seduta accanto ad un albero e non volevo affrontare la discesa mi ero bloccata, c'era il carro scopa che mi incitava a salire e io gli gridavo lasciatemi in pace arriverò ma con la mia bici. Per fartela breve, Simo , dopo undici ore arrivai all'Aprica, con la mia bici , che poi a casa ho scaraventato dentro il garage. Ma non c'era un solo giorno che non pensavo a quella esperienza, mi dicevo io ci devo riprovare , perchè sento che la bici potrebbe essere LA MIA PALESTRA DI VITA (per dirla alla Max). Fu così che a gennaio del 2008 decisi di comprarmi la mia specialissima (che adoro
) e determinata a partire verso l'avventura del Prestigio , sempre tanto sognato da Paolo. Da allora di strada ne ho fatta tanta e anche tante esperienze , anche negative, e anche se mi hanno fatto soffrire, in compenso oggi sento di poter dire che mi hanno fatto crescere e dato delle certezze in cui già credevo ma ora si sono consolidate. Se non avessi scelto la bicicletta, oggi non credo sarei stata in grado di raggiungere e capire questo di me . Sono convinta di questo, perchè credo che il ciclismo sia uno degli sport di endurance più faticoso e quando entra in gioco la fatica e li che riesci a misurarti ,perchè come mi ripeto sempre , la vita è come una salita ,è faticosa. La vita a volte colpisce duramente , si vince quando riesci a parare i colpi e se cadi al tappeto poi devi avere la forza di rialzarti, così come dici di avere sempre fatto Simo, e soprattutto senza dare la colpa a nessuno , se sei finito a terra,.. forse questa è una FORZA CHE MI PERMETTO DI DIRE NOI DONNE NE ABBIAMO UN PO' DI PIU' DEGLI UOMINI. Perciò , cara Simo, non credo che sia un amore a senso unico perchè sono convita che anche a te come a me , la bici ti ha fortificata tanto e resa determinata a ripartire ogni volta. E anche stavolta vedrai sarà così, badando bene , forse, a non eccedere troppo per non rischiare di far diventare un amore troppo pressante che non ti permette di respirare, ma semplicemente UN AMORE CHE FORTIFICA E CI PERMETTERE DI CRESCERE SEMPRE DI PIU' .
Spero di vederti in Bici il 18 settembre e pagheremo la colazione a tutti i maschietti, che a volte sono si, infastiditi dalla nostra presenza MA PER FORTUNA CHE ESISTIAMO
Un Abbraccio
EVVIVA LE DONNE
Cristina