La Fausto Coppi era la mia unica gara in calendario per questo 2010 e, quando (lo scorso autunno) ho deciso di farla, ho pensato di coinvolgere nel mio progetto il Professore, fresco di Prestigio
, ma che non si era tolto lo "sfizio" di partecipare a una "
hors category" (nel Prestigio, infatti, aveva scartato Sportful, Dolomiti e Oetzaler).
Poi, con il passare delle settimane e dei mesi, venivano coinvolti gli amici Antonino e Fiorella, ilGallus (che purtroppo ha dovuto rinunciare), Robocop e soprattutto Girardengo, il quale, dopo un paio di lucignolate di montagna e dopo le mie insistenze per convincerlo a essere dei nostri ("
dai... so che puoi stare fuori casa pochissimo... ma ti porto io la bici in auto e tu vieni in treno o in aereo.... dai... l'albergo c'è.... dai.... esordisci a una granfondo col botto...."), una mattina mi chiamava e diceva "
ma quando si chiudono le iscrizioni alla Coppi??" (troppo forte
)
Poi, la fortunata coincidenza che vedeva già iscritti alla stessa granfondo gli amici Cristina e Paolo69 e quindi... ecco che si è formato un bellissimo gruppo per una straordinaria esperienza, sportiva ma ancor di più umana
.
La granfondo è stata durissima
, come io avevo previsto; ciò che, invece, non mi aspettavo davvero è risultato il caldo afoso insopportabile.
Partiti tutti insieme in ultima griglia (tranne i prestigiosi Cristina, Paolo69 e Professore, che partivano davanti), ci siamo imposti da subito un ritrmo tranquillo
....molto tranquillo...
. troppo tranquillo
sicuramente per Antonino e Robocop.
Il tempo massimo era di dodici ore e io avevo detto al Gira che avremmo dovuto sfruttarlo tutto, partendo molto piano per non crollare dopo.
Pensate che, in una gf da 4.200 mt. di dislivello, nei primi 60 km. c'erano solo 700 mt. di dislivello
, compresa una salita corta ma dura (due km. al 10%); insomma: c'era da gestire perché la gf, di fatto, cominciava proprio dopo 60 km., all'inizio della salita del colle Sampeyre, dopo bisognava necessariamente arrivare freschi.
In sostanza, dopo i primi 20 km. io e il Gira ci siamo ritrovati da soli, all'ultima posizione, con l'ambulanza dietro
; io dicevo a Sergio: "
non ti preoccupare se siamo ultimi, dobbiamo gestirla così, tu pensa a mangiare qualcosa in questo tratto di pianura e vedrai quanti ne raccatteremo in salita".
Così, siamo andati avanti a un'andatura veramente da passeggiata (basti pensare che dopo 60 km., all'attacco del colle Sampeyre, avevamo una media di 23 km./h, mentre il Professore, che giustamente aveva sfruttato questa prima parte del percorso a lui congeniale, aveva una media di 31 km./h
)
Il colle Sampeyre l'abbiamo scalato piano piano senza soffrire mai; a metà salita abbiamo raggiunto Fiorella, che aveva forato e abbiamo terminato la salita con lei. Sulla sommità , il piacere di trovare il Professore che aveva domato alla grande
questa prima dura asperità (16 km. di salita all'8% di pendenza media, tutta continua, non molla mai al di sotto del 7%).
La discesa dal colle Sampeyre è risultata la parte più brutta della granfondo
: tutta in "avvitamento" con curve strette e, soprattutto, manto stradale pessimo in quanto spesso ricoperto di sabbia...
Al termine della discesa, cominciava "il mostro": la salita del colle Fauniera (a proposito: in piemonte i valichi si chiamano "colli" non perché siano a bassa quota ma perché mutuano la terminologia della vicina Francia), lunga 23 km. con una pendenza media del 7,5%: un dato che inganna, perché c'è un tratto di un paio di km. in cui spiana; morale: si sta sempre sopra l'8% e nel tratto centrale ci sono due km. durissimi, con quattro muri in cui il mio Garmin ha segnato, nell'ordine, pendenze del 18%, del 14%, del 15% e infine del 14% (ultimo muro); poi... finalmente...spianava al 9% e continuava così...
All'attacco del Fauniera, le condizioni climatiche erano quanto di peggio ci si potesse aspettare: erano circa le ore 13.00, il sole batteva implacabile allo zenith sopra le nostre teste (senza possibilità , quindi, di prendere ombra dagli alberi ai lati della strada) e la temperatura misurata dal Polar del Professore, che abbiamo raggiunto a rifocillarsi al ristoro di Marmora, era di 43 gradi
.
Immaginate cosa sia significato fare 23 km. di salita (e che salita!) in quelle condizioni.
Oppresso dal caldo, che io soffro troppo, chiedevo a Sergio di fermarsi a ogni fontana per fare praticamente il bagno; questa salita l'ho patita tantissimo, mentre Girardengo andava su a mille. GRANDE SERGIO
Insomma, da lì in avanti, il caro Sergio, quello che, come promesso, avrei dovuto accompagnare fino in fondo al traguardo, è stato costretto lui ad aspettare me...
A due km. dallo scollinamento, è cominciato a piovere; non ero più sicuro di riuscire ad entrare in tempo al "cancello" posto prima dell'ultima salita e quindi ho "liberato" il Gira: "
Sergio, vai... vai... non mi aspettare qui, perché la discesa e lunghissima e io me la farò sicuramente piano; aspettami appena dopo il cancello a Festiona; se, quando arriverò, il cancello sarà chiuso, ci saluteremo e almeno tu potrai proseguire e chiudere in tempo; io quello che dovevo fare l'ho fatto.... ti ho portato a Cuneo e siamo arrivati sul Fauniera; adesso almeno tu devi chiudere la gf nel tempo massimo, perché questa è la TUA gara, non la mia, dato che ne ho fatte tante altre; per me oggi l'importante è vederti concluderla".
Così, mentre il Gira si gettava in discesa senza occhiali (perché con le lenti scure non si vedeva una mazza), io mi fermavo sul Fauniera per scattare qualche foto e per la "vestizione" ad hoc per affrontare la lunga discesa: anzitutto, cambiavo le lenti degli occhiali e mettevo quelle chiare (eh eh eh eh
), poi... manicotti, gilet, mantellina, guanti invernali con sopra i guanti da cucina, ginocchiere, copri pantaloncini in gore-tex, copri scapre impermeabili e... giù dal Fauniera, quota mt. 2.510 s.l.m. sotto una grandinata micidiale
che "maciullava" il numero di gara (poi vedrete dalle foto...) ma bello caldo e asciutto...
Fortunatamente, riuscivo ad arrivare al malefico "cancello" ben mezz'ora prima della sua chiusura e qui trovavo Girardengo DI PAROLA
ad aspettarmi.
Dopo una "svestizione" che secondo il Gira durava troppo
, affrontavamo l'ultimo ostacolo: la salita della Madonna del Colletto; più di 7 km. di salita durissima, con il Garmin che impietosamente segnava tra il 9% e il 13% di pendenza
.
Anche in questa salita era Sergio che doveva aspettare me; il Gira, infatti, dopo tutti quei km. e quel dislivello, era ancora davvero in palla
, mentre io ero "cucinato a puntino" per il caldo sofferto
e non so nemmeno come ho fatto ad arrivare fino in fondo.
Dopo lo scollinamento, giù in picchiata (si fa per dire) verso Cuneo e l'agognato traguardo; percorrevamo gli ultimi km. di pianura con tranquillità , con la grande gioia oscurata solo dal dispiacere nel pensare che il professore non ce l'avesse fatta.
All'ultimo km., tiravo fuori per l'ennesima volta la fotocamera, questa volta non per una foto, ma per girare un piccolo video con le dichiarazioni di Girardengo all'arrivo della sua prima granfondo (troverete tutto nel foto-racconto).
Sergio, sei stato GRANDE; alla tua prima granfondo hai sfoderato una tanquillità , una sicurezza, una condizione fisica e una "testa" da uomo di grande esperienza
.
Sono orgoglioso di essere stato accanto a te.
Giungevamo sul traguardo "in parata" e lì, con mia grandissima sorpresa, trovavamo Robocop che, già da tempo arrivato, docciato e cambiato, con bici e bagagli già pronti nell'auto, stava attendendoci prima di partire per Viterbo. GRAZIE DI CUORE, FILIPPO
Ma la sopresa e la gioia diventavano sconfinate
quando, dopo pochi minuti, giungeva sul traguardo anche il Professore, che noi avevamo "dato per disperso" dopo averlo visto fermo al ristoro all'attacco del Fauniera e che, invece, era riuscito anche lui a portare a termine la gara nel tempo massimo, stringendo i denti in salita e poi sfruttando le sue grandi doti di discesista e di cronoman nell'ultimo tratto del percorso, così come già aveva fatto nella prima parte di gara
.
Grande Professore!
Adesso sì!! Adesso sì che hai compiuto la vera IMPRESA, portando a casa un percorso "
hors category"; appellativo di cui poche altre gare (MDD, Sportful, Pantani e Oetzaler) possono fregiarsi.
Molti ne hai stupiti, moltissimi ne hai fatti felici.
Io appartengo a entrambe le categorie
.
(il resto te l'ho scritto dedicandoti un mio pensiero della sezione "racconti")
Insomma: era l'apoteosi.
Tutti al traguardo, felici e soddisfatti; anche un po' increduli; tranne il Gira, che aveva la stessa faccia di sempre, quella di quando ti dice "ma quando comincia 'sta salita?"
.
La sera, a cena, festeggiavamo il giusto, con Girardengo che scolava litri di birra e con tutti gli altri compagni di questa magnifica avventura.
Di questi quattro giorni certamente ricorderò con emozione non solo la gara, ma soprattutto il prima e il dopo.
I pranzi, le cene, i caffè, i gelati, le passeggiate, gli sfottò, le provocazioni, la preparazione dei panini, i consigli che ci siamo scambiati, i sorrisi di Fiorella, la grinta di Cristina, la simpatia di Paolo, la carica di Antonino, la giovanile "incoscenza" di Girardengo, l'affetto del Professore, la falsa "durezza" di Robocop (ormai "marchiato" come ironman, pochi sanno che....invece.... come heartman salirebbe sul podio
).
Ancora una volta, come spesso è accaduto quest'anno, tante maglie diverse, ma con un cuore in condivisione.
Il tutto, ancora una volta, grazie a chi fisicamente non c'era, ma moralmente era con noi: il Generale Max, senza il quale,
ricordiamocelo sempre, questa "casa comune" non esisterebbe, io non avrei mai conosciuto persone come voi tutti e non avrei arricchito il mio corpo e la mia mente grazie a tutte le esperienze che stiamo facendo insieme.
GRAZIE A TUTTI