tic tac tic tac tic tac...le ore di questa maledetta domenica 4 luglio sembrano non passare mai.
Il russare del mio compagno di stanza mi impedisce di chiudere occhio.
E, mannaggia, domani devo affrontare la Fausto Coppi, mica pizza e fichi...
Sono ancora le 2 e 30 del mattino e non ho avuto ancora modo di rilassarmi. E tra un'ora e mezza mi devo alzare per prepararmi, fare colazione e poi partire col mio gruppo.
L'allenamento c'è.
Oramai sono più di 6000 km dall'inizio dell'anno.
Ho superato tutte le prove del Prestigio di quest'anno e devo dire che sono anche andato oltre le più rosee aspettative.
I miei compagni di avventura mi riconoscono un miglioramento incredibile...per avere iniziato a marzo dell'anno scorso la prima avventura in bici, sono cambiato drasticalmente.
Il fiume di maglie rosse alla partenza è un lungo vociare di persone emozionate.
Sentimenti contrastanti si inseguono nei primi momenti della pedalata di ciascuno dei partecipanti. Euforia, paure, dubbi sulla distanza e sulla capacità di tenuta, ma poco dopo, immersi nell'energia che scaturisce da 2500 Ciclisti, tutto si amalgama in una sorta di comoda bambagia e ti fai trasportare dal flusso.
E così non pensi ad altro che a pedalare, ad ascoltare il tuo respiro, ad ascoltare il tuo cuore e subito, davvero subito, ti accorgi se i tuoi muscoli andranno bene o meno, perchè è così nel ciclismo. Ci si rende immediatamente conto dalle prime pedalate se sarà una lotta o una passeggiata.
E così il ciclista metodista si ritrova a rendersi conto, drammaticamente, che oggi non è giornata.
Oggi sarà un po' più dura di quello che si sarebbe aspettato.
Eppure supera di slancio la le prime due sciocche salite. La sua media è stratosferica. Addirittura alla seconda discesa, prima dell'attacco del Sampeyre, la sua media è di 39 orari.
"forse" pensa "sono troppo pessimista", "forse" cerca di convincersi "non è poi così male oggi".
Ma la bici non fa sconti. E sul primo vero colle presenta il conto:
Sudore proffuso, poca sete, poca fame e gambe che scendono sotto le 65 pedalate al minuto...un segnale ben preciso.
E da lì a un'ora arriva la prima coltellata.
Cerca di rilassare il muscolo, non è la prima volta che affronta un crampo. Cerca di agilizzare ancora un po', ma la catena è ormai troppo vicina ad i raggi della sua fida destriera...non c'è più niente!
Però quel monte maledetto non è finito, anzi!
Lo passano tutti, anche i compagni che lui aveva lasciato indietro. Piano piano viene fagocitato dal monte che non lo fa respirare e lo riempie di acido lattico. Soffre, ha le gambe di marmo, ma non vuole mollare.
Sù, in cima, potrà riposarsi.
Ma arrivare diventa difficilissimo e in lui si instilla la prima verruca che gli vuole imporre di mollare.
MAI!
eppure è lì, sordida
continua
ridondante...
Lo scollinamento è più un atto di sfida a se stesso che altro.
Non c'è più nessuno sopra. E' uno degli ultimi.
E tra gli ultimi scende a valle oramai in preda a crampi continui.
In lui la verruca oramai ha l'immagine di un ragno enorme che lo ha invischiato in una ragnatela che si chiama RITIRO.
E mesto, sconfortato dal suo dolore e dall'impossibilità di affrontare altri due mostri come il colle d'esischie ed il fauniera, decide di mollare.
Toglie il casco, gli occhiali e appoggia la sua amica sul bordo di un fonte.
E' sconfortato. Sa che ha ceduto. E sa che è solo, perchè gli altri lo hanno lasciato (ma lui avevo detto di andare).
In questa battaglia ha vinto la montagna.
E così china il capo, sconfitto...
...sconfitto...
forse...
Sì, perchè mentre compie questi gesti c'è un Uomo che lo guarda. Ha i baffi ed un sorriso sardonico. Mangia un panino con gesti semplici e calmi. Con la calma che ti da solo la certezza di essere un guerriero e di non perdere mai le battaglie.
E quest'uomo lo guarda e gli fa:
"beh?" "cheffai (proprio con due EFFE)?" "te starai mica a ritirà ?"
il ciclista metodista gli risponde:
"ho i crampi da 60 km, non posso farne altri 140, non riesco..."
baffo, questo è il nome che il ciclista da al tipo, come non avendo neanche ascoltato gli da una bustina di sali minerali (probabilmente la sua ultima) e gli dice "qui non molla nessuno. Piuttosto ci mettiamo tre ore in più, ma TU non molli!!!"
E qui al ciclista metodista scatta qualcosa.
Sono gli occhi dell'angelo, sono le sue parole, sono, forse, l'essere stato colpito nell'orgoglio.
E come un pungolo, come una frustata, come un'iniezione di forza, sente che, sì, forse ci si può provare e che si molla solo dopo essere morti
.
E piano piano, col suo passo, con i suoi dolori, con le sue lacrime la cima che era a 24 km diventa a 12 e poi 6 e poi 3 e poi si scollina. E così via per altri interminabili kilometri.
Sempre coi dolori di prima, ma con la convinizione di voler arrivare, in un modo o nell'altro. Non esiste più il tempo. Esiste SOLO arrivare.
E perde il suo amico iniziale. I ritmi sono differenti, ma lui gli aveva detto, "ci vediamo su"
E a un km dall'ultima ascesa lo ritrova. Ed è come aver ritrovato un compagno d'armi dopo infiniti anni passati lontano.
E via, anche lì altra iniezione di energia. Si arriva insieme alla Madonna dal colletto, ma mancano 30 minuti alla chiusura dell'arrivo. Stavolta tocca al ciclista portare l'amico romano all'arrivo. E si mette davanti. Insieme si danno i cambi. E si viaggia a 45 km orari. E si vola all'arrivo.
Le gambe sono intossicate dall'acido lattico. Poco manca che sprizzi da tutti i pori...ma non si molla! NON SI MOLLA MAI!
E Cuneo ci aspetta. L'arrivo è lì. 100 metri. Ci si prendono le mani e si alzano al cielo.
Abbiamo vinto!
E all'arrivo ci si abbraccia. Ci si abbraccia come fratelli davvero!
‎..tu sarai un vincitore se saprai sconfiggere i tuoi avversari..
ma sarai un vincente solo se
pur sconfitto da avversari più forti
sarai stato capace di superare i tuoi limiti.....
e sarai fiero di te ... Mostra tutto
...se, pur essendo più debole
non ti sottrarrai al confronto
se, pur sconfitto
invece di farti assalire dallo sconforto
ti impegnerai per un immediato riscatto..
Maurizio, ricorda che ti devo una birra!!!!
Andrea